Leggevo che ieri a Milano hanno varato una legge che impone ai take away alcune regole rigide, per evitare l'inquinamento acustico e salvare le città dalla sporcizia: a tal proposito, l'articolo 2-comma 2 vieta il consumo dei prodotti negli spazi esterni al locale.
Bene, quindi niente panchine, sedie, tavolini, sgabelli e tutto ciò che possa far stare comoda la gente mentre mangia fuori da questi negozi... che se non ho capito male sarebbero le gelaterie, i kebabbari, le pizzerie al taglio, le piadinerie e ogni posto che offre uno spuntino mentre magari siamo in giro per il centro a fare shopping o una passeggiata.
Io me li immagino i miei amici, che il sabato pomeriggio si prendono il trancio di pizza per vera fame più che per abitudine...che faranno, dovranno portarsi la merendina da casa e la mangeranno di nascosto? Dovranno optare solo per quei locali in cui ci si può sedere? Dovranno stiparsi nella pizzeria per evitare di essere beccati con il cibo in mano sul marciapiede?
Non so chi di voi sia di Milano o comunque un pochino la conosca, ma mi viene in mente un posto a Milano in cui è impossibile non mangiare per strada. Il Luini. E' un'istituzione: fa panzerotti di una bontà unica, e sono tantissime le persone che ad ogni ora del giorno (ma soprattutto in pausa pranzo) si mettono in coda per prendere qualcosa da mangiare. Fanno anche arancini, dolci, pizza...e tante cose sfiziose che ti portano a tornare ancora, e ancora, e ancora.
La fila va ben oltre le mura del locale, e si vede da lontano. La si può immaginare ancora prima di svoltare dietro la Rinascente, perchè è una costante: c'è sempre, non c'è giorno che non sia adatto per un panzerotto del Luini.
Certo, ci sono dei tavolini in cui appoggiarsi, ma potrebbero servire sì e no per un centesimo della clientela di un giorno. Gli altri rimangono in piedi per strada, oppure camminano oppure si accomodano nelle panchine in pietrà di una piazzetta lì vicino. Tutti posti che comunque sono fuori legge con il provvedimento preso ieri. E quindi?
D'altra parte bisogna essere un po' comprensivi con chi magari abita sopra uno di questi locali, che magari vuole dormire e non ce la fa perchè sotto ci sono gli schiamazzi. C'ho provato anch'io, abitando in piazzale Susa (sempre a Milano), ad avere un locale sotto casa e sentire i ragazzi che gridavano, cantavano in coro e magari litigavano anche fino alle 3.00 di notte: non si dorme benissimo, anzi, proprio per niente. Ti verrebbe da aprire la finestra e far scendere non un secchio solo di acqua, ma una cisterna intera!
E allora, perchè non fare un po' di distinzione? Perchè non mettere magari degli orari in cui si può mangiare fuori e degli altri in cui lo si vieta?
Sul Corriere della Sera ho trovato un commento con cui concordo: "Qualcuno spiega a questi signori che una città deserta è pericolosa, mentre una città affollata e viva a qualsiasi ora non lo è?"